Il sistema visivo ha un ruolo fondamentale in posturologia perché fornisce informazioni sul posizionamento del corpo rispetto all’ambiente che ci circonda e svolge una funzione di stabilizzazione del sistema posturale. Gli occhi sono la principale sorgente della sensazione cinestesica, danno il contributo maggiore nella pianificazione del movimento.
Non è sufficiente considerare gli occhi singolarmente ma bisogna andare ad investigare la modalità di collaborazione tra questi.
La visione binoculare permette di percepire la tridimensionalità del mondo che ci circonda, di valutare le distanze relative degli oggetti e di capirne la differente collocazione spaziale.
Tutti i vari ambiti relativi alla binocularità sono fondamentali nell’analisi visuo posturale in quanto un eccessivo stress a carico del sistema visivo o una mancata simmetria dei due occhi si può ripercuotere su tutto il sistema posturale della persona.
Astigmatismi non corretti, differenza di percezione tra i due occhi, centratura o geometria errata delle lenti, eteroforie verticali, disparità di fissazione, ipo o iperconvergenza oculare sono tutti fattori oculari che possono instaurare una PAC (posizione anomala del capo) o creare un maggior dolore cervicale e una minore mobilità del collo.
Per esempio esiste una correlazione tra la visione e i muscoli del collo: l’accomodazione prolungata
nelle attività da vicino (computer e lettura), durante condizioni di visione ergonomicamente
sfavorevoli, può rappresentare un fattore di rischio per la mialgia del muscolo trapezio, esacerbate in questo momento da fattori ambientali come lo smartworking e la DAD (didattica a distanza) che molto spesso non sono svolti in ambienti controllati e tutelati.
Esiste una profonda relazione tra i sistemi di afferenza recettoriale e regolamentazione posturale: i vari recettori quali occhi, pelle, vestibolo, piede, sistema stomatognatico, ecc comunicano con il sistema nervoso centrale che a sua volta manda input al sistema effettore (muscoli). La disfunzione
di uno di questi sistemi è in grado di alterare altri distretti i quali, in modo automatico, cercheranno di adattarsi al nuovo pattern posturale.
L’occhio, simile ad una sfera imperfetta del diametro di circa 24.5 mm, raccoglie gli stimoli luminosi che provengono dal mondo esterno; questi vengono percepiti dalle cellule nervose della retina e trasformati in impulsi elettrici inviati attraverso le vie ottiche al cervello dove avviene l’elaborazione e la percezione dell’immagine visiva.
La funzione dell’occhio è quindi quella di focalizzare un fascio di luce dall’infinito o da una distanza prossimale su un punto retinico preciso e piccolo (fovea) ricco di fotorecettori.
L’occhio umano è un sistema ottico composto da diversi mezzi diottrici rifrangenti posizionati uno di seguito all’altro, il più potente dei quali è la cornea (circa 43 diottrie), seguita dal cristallino che
grazie alle sue capacità accomodative può variare dalle 19 alle 30 diottrie.
La luce entra nell’occhio attraverso la pupilla ed è fatta convergere, dalla cornea e dal cristallino, sulla retina; successivamente attraversa le fibre che danno origine al nervo ottico e una complessa
rete di cellule (bipolari, amacrine, ecc.) per arrivare ai bastoncelli e ai coni (125 milioni), che si trovano nella parte posteriore della retina.
A questo punto vengono generati minuscoli potenziali elettrici che passano per via sinaptica in una rete di cellule nella retina, attivando cellule gangliari retiniche i cui assoni si raggruppano formando il nervo ottico posto sull’altro lato della parete posteriore dell’occhio.
Il nervo ottico di ciascun occhio entra nel cervello e le fibre di ciascun nervo si incontrano in una struttura detta chiasma ottico; metà di esse passa nell’emisfero opposto, e si unisce alla metà del nervo ottico che non è passata dall’altra parte.
Questi fasci di fibre costituiscono i tratti ottici, che contengono fibre provenienti da ambedue gli occhi e che si dirigono verso la corteccia cerebrale.
Questo è il luogo in cui vengono create le “rappresentazioni interne” dello spazio visibile che ci circonda.
La parte sinistra del mondo visibile viene rappresentata nell’emisfero destro, e la parte destra nell’emisfero sinistro.
In conclusione vista la stretta correlazione tra occhio e postura, per essere il più efficaci possibile nel risolvere il problema, è necessaria un’ attività interdisciplinare costante.
Giovanni Brebbia